Pensiero del 29 gennaio 2016
Pensiero del Papa
Non dire "Io non ho peccati: non ho ucciso, non ho rubato" perché si uccide anche con la bocca e con gli occhi.
-Francesco I
Gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
Noi siamo chiamati alla santità! Quando riflettiamo a questo, può darsi che confondiamo la santità con un insieme di virtù. Quando si fa un processo di canonizzazione effettivamente si comincia col verificare se la persona che si suppone degna di essere canonizzata ha esercitato le virtù in modo eminente e il primo decreto è quello sulla eroicità delle virtù. Tuttavia è molto insufficiente e inesatto confondere la santità con la perfezione.
San Paolo nella lettera ai Romani ci rivela in che cosa consiste la santità quando parla di non essere separati dall'amore di Dio, di non essere separati da Dio, infatti questo è la santità: l'unione con Dio, essere in comunione col Dio santissimo. Dio è santo, dice la Scrittura, ed è la migliore definizione di Dio, Dio è tre volte santo. Questo significa che è il Diverso da noi e che per giungere a lui dobbiamo essere trasformati a sua immagine, cioè diventare santi.
Nella religione antica questa santità non era confusa con lo sforzo morale, si sapeva che si trattava di un altro ordine. Lo sforzo dell'uomo non può mai portarlo al livello di Dio; perché l'uomo diventi santo bisogna che Dio agisca e lo renda simile a lui: la santificazione è prima di tutto opera di Dio in noi. Ed è proprio quanto ci dice san Paolo: Dio ha fatto tutto per portarci vicino a lui, per metterci in comunione con lui, perché noi siamo santi. "Non ha risparmiato il proprio Figlio, ma l'ha dato per tutti noi... Come non ci donerà ogni cosa insieme con lui?". Per questo abbiamo fiducia, non in noi ma nell'amore di Dio che ci innalza accanto a sé, che ci santifica, che ci dà quella santità di cui neppure avremmo idea se nella sua bontà egli non venisse a donarcela.
San Paolo esclama: "Noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati", più che vincitori in ogni circostanza: la santità è una grande vittoria. Nell'Apocalisse è detto che il premio è promesso a colui che avrà riportato vittoria, e noi siamo più che vincitori, perché Cristo ha vinto e ci comunica la sua vittoria. E Dio che donandoci il suo Figlio ha superato tutti gli ostacoli che ci separavano da lui, il Dio di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, come diciamo nella formula dell'assoluzione, il Dio pieno di bontà che vuoi comunicare se stesso e ha trovato il mezzo per farlo.
Ecco la strada della santità. Si tratta allora di aprirsi all'azione santificante di Dio, di aprirsi a questo amore che è stato più forte di tutto. Così riceviamo in noi la vittoria di Dio e siamo più che vincitori. E siamo sicuri che nessun ostacolo ci impedirà di essere con Dio, perché egli stesso ha percorso tutto il cammino: "Né morte, né vita, né angeli, né principati, né presente, né avvenire, né potenze... niente potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore". Per progredire nella santità dobbiamo costantemente approfondire la nostra fede in questo amore di Dio, nell'amore che Dio ci dà, che è l'amore che egli ha per noi e l'amore che egli mette in noi.
I santi hanno creduto all'amore di Dio, al suo amore verso di noi e all'amore che egli mette in noi, l'hanno riconosciuta in tutti i benefici divini e in tutte le esigenze di Dio. I comandi di Dio non sono fatti per opprimerci, ma per portarci alla comunione con lui, nell'amore reale, nella verità dell'amore, che è l'unione delle volontà. Le stesse prove di cui parla Paolo: "La tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada", non sono più ostacoli, perché Dio li ha trasformati, per mezzo della croce di Gesù, in manifestazioni del suo amore per noi, del nostro amore per lui.
Tutto ciò che ci contraria, che ci umilia, che in apparenza si oppone ai nostri progetti, deve essere guardato in modo positivo, sapendo che è uno strumento di cui Dio si serve per approfondire la comunione tra noi e lui, vale a dire per farci santi. Dio fa tutto; noi dobbiamo aprirci all'amore che egli ci dona, per essere più che vincitori.