Pensieri giornalieri

L'olfatto

L’olfatto è una vista strana. Evoca paesaggi sentimentali attraverso un disegno improvviso del subconscio... Percorro una strada. Da una panetteria esce un profumo di pane che dà la nausea per il suo odore dolciastro: e la mia infanzia appare in un certo quartiere lontano, e un’altra panetteria sorge per me da quel regno di fate che è tutto quello che per noi è morto.

Pensiero del 27 aprile 2015

CCi sono i ricordi che non sono solo visivi ma anche olfattivi, soprattutto in un villaggio agricolo. Abbiamo, infatti, perso alcuni odori come quello del pane fragrante, dei cibi lungamente preparati, della campagna. Quando attraversano l’aria, in rare occasioni, ci riportano il passato perduto, vero e proprio «regno delle fate».
È ciò che esprime molto bene quell’originale e multiforme scrittore che fu il portoghese Fernando Pessoa (1888-1935) nel suo Libro dell’inquietudine. Certo, nella memoria c’è il rischio della nostalgia, che per i Greci era una malattia: quando si acutizza, ci strappa dalla realtà e ci fa veleggiare in un limbo illusorio. Ma è necessario ricordare, cioè «riportare al cuore» il nostro passato perché, come scriveva Heinrich Boll, «noi siamo nati per ricordali Per la nostra fede la memoria della salvezza operata da Cristo non è un pallido spettro ma è presenza efficace, è sorgente che ni irradia e alimenta la nostra storia personale e comunitaria.